“Rimozione”. Così nel 1986, con la pignoleria del canonista, Giuseppe Dossetti qualificava pubblicamente ciò che era accaduto a Bologna all’inizio del 1968, quando una successione episcopale già scritta – da quattro mesi Antonio Poma era coadiutore con diritto di successione del cardinale arcivescovo Giacomo Lercaro – conobbe
un’accelerazione violenta, che con le sue valenze oscure, le menzogne reiterate, le opacità e inconfessate e inconfessabili segnò il destino del postconcilio su scala universale, il ruolo delle chiese locali nella ricezione del Vaticano II, il clima della chiesa italiana.(Leggi tutto)
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“Rimozione”. Così nel 1986, con la pignoleria del canonista, Giuseppe Dossetti qualificava pubblicamente ciò che era accaduto a Bologna all’inizio del 1968, quando una successione episcopale già scritta – da quattro mesi Antonio Poma era coadiutore con diritto di successione del cardinale arcivescovo Giacomo Lercaro – conobbe
un’accelerazione violenta, che con le sue valenze oscure, le menzogne reiterate, le opacità e inconfessate e inconfessabili segnò il destino del postconcilio su scala universale, il ruolo delle chiese locali nella ricezione del Vaticano II, il clima della chiesa italiana. Un dossier inedito di carte private, gli archivi della Cia e del Quirinale, documenti politici ed ecclesiastici scoperchiano i contorni di quella vicenda: e alla fine resta l’obbedienza di un uomo demolito dal potere e reso libero dalla verità.
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