Liber Amicorum per Paolo Pollice

L’iniziativa della pubblicazione di questi due volumi intende distaccarsi dalla consolidata consuetudine di onorare un Maestro al termine della sua carriera universitaria attraverso una raccolta di scritti di allievi e colleghi. Nel nostro caso l’obiettivo è meno formale – anche perché Paolo Pollice, con la sua ironia, a una simile iniziativa sarebbe stato scaramanticamente ostile (il carattere immanente agli scritti in onore, lo ricordava Bigiavi, è sempre quello di un certo gelo marmoreo e di un gusto cimiteriale, anche perché finiscono spesso davvero per evolvere in scritti in memoria) – ma non per questo meno ambizioso. Come indica chiaramente il titolo, il senso dell’iniziativa è, infatti, riunire alcuni amici di Paolo Pollice in occasione del momento del suo congedo dalla cattedra; un congedo, tuttavia solo apparente, perché per chi, come Paolo, ha la tempra del vero studioso, la vita del pensiero non è certo scandita dalle contingenze di un percorso accademico, e certo non finisce con il pensionamento, ma semmai assume un rinnovato vigore, anche perché evidentemente più libero da altri condizionamenti (che per vero non hanno mai fermato troppo il Nostro). Una iniziativa di amici, dunque, come principalmente di amicizia è il rapporto che unisce i curatori, tra loro e con Paolo, con il quale ciascuno ha un legame molto intenso di condivisione di idee e interessi, che va ben al di là dell’angusto ambito giuridico, e ciò pur a dispetto della diversa natura – familiare, professionale e accademica – del rapporto che ne è alla base.