Roma capitale malamata

Società editrice il Mulino - 2018

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“Amata e odiata, adorata e insultata, esaltata quale modello eterno e accusata di essere la fonte del disfacimento morale dell’intero paese. Poco conosciuta e quindi incompresa, sepolta sotto una spessa coltre di luoghi comuni.(leggi tutto)

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“Amata e odiata, adorata e insultata, esaltata quale modello eterno e accusata di essere la fonte del disfacimento morale dell’intero paese. Poco conosciuta e quindi incompresa, sepolta sotto una spessa coltre di luoghi comuni. A malapena sopportata”
Non c’è altra città “capitale” quanto Roma: enorme centro di potere nell’antichità e poi con la Chiesa universale. Eppure è con una maggioranza mediocre che il Parlamento dell’Italia unita il 23 dicembre 1870 vota il trasferimento della capitale da Firenze, secondo una volontà che era stata di Cavour, oltre che di Garibaldi e Mazzini. Capitale “inevitabile”, ma fra invidie taglienti. Una immagine sempre contrastata: matrona e ladrona, civilizzatrice e corruttrice. Scelte urbanistiche errate e speculazioni voraci, anche vaticane, ne intasano il centro, segregano l’immigrazione tumultuosa. Capitale incompresa dagli intellettuali, difesa dal solo Gabriele D’Annunzio, più tardi da Antonio Cederna. “Un suk” per Goffredo Parise, “la morte” per Mario Soldati. Questa è la cronaca viva e sofferta di due secoli in cui Roma è cresciuta di 15 volte. Ingovernabile senza strumenti speciali.
Anno

2018

Numero Pagine

N.D.

ISBN

9788815357199 EPUB

Codice prodotto

EDGT170726

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