Essere senza destino

Feltrinelli Editore - 2014

 3,99

“Non esiste assurdità che non possa essere vissuta con naturalezza e sul mio cammino, lo so fin d’ora, la felicità mi aspetta come una trappola inevitabile. Perché persino là, accanto ai camini, nell’intervallo tra i tormenti c’era qualcosa che assomigliava alla felicità. Tutti mi chiedono sempre dei mali, degli ‘orrori’: sebbene per me, forse, proprio questa sia l’esperienza più memorabile. Sì, è di questo, della felicità dei campi di concentramento che dovrei parlare loro, la prossima volta che me lo chiederanno”.

Imre Kertesz, nel 2002 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura, “per una scrittura che sostiene la fragile esperienza dell’individuo contro la barbarica arbitrarietà della storia”.

L’opera narra l’esperienza di Gyurka, quindicenne deportato ad Auschwitz che, nell’aberrante alienazione dettata dallo spirito di sopravvivenza, riesce ad adattarsi agli orrori del campo… (leggi tutto)

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“Non esiste assurdità che non possa essere vissuta con naturalezza e sul mio cammino, lo so fin d’ora, la felicità mi aspetta come una trappola inevitabile. Perché persino là, accanto ai camini, nell’intervallo tra i tormenti c’era qualcosa che assomigliava alla felicità. Tutti mi chiedono sempre dei mali, degli ‘orrori’: sebbene per me, forse, proprio questa sia l’esperienza più memorabile. Sì, è di questo, della felicità dei campi di concentramento che dovrei parlare loro, la prossima volta che me lo chiederanno”.

Il romanzo, rifiutata per anni dagli editori e pubblicato solo nel 1975, è rimasta ignorato fino alla caduta del Muro. Lopera narra l’esperienza di Gyurka, quindicenne deportato ad Auschwitz che, nell’aberrante alienazione dettata dallo spirito di sopravvivenza, riesce ad adattarsi agli orrori del campo.

Gyurka non ha ancora quindici anni, quando una sera deve salutare il padre costretto a partire per l’Arbeitsdienst. Alla domanda perché agli ebrei venga riservato un simile trattamento, il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa, “questo è il volere di Dio”. Perché dovrebbe esserci un senso in tutto questo? Poco dopo Gyurka viene arruolato al lavoro forzato presso la Shell, e da lì, un giorno, senza spiegazione, viene costretto a partire per la Germania. La voglia di crescere, di vedere e imparare, l’impulso vitale di questo ragazzo sono così marcati e prorompenti, che la sua “ratio” trova sempre una buona ragione perché le cose avvengano proprio in quel modo e non in un altro.

Romanziere e saggista ungherese, nel 2002 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura, per una scrittura che sostiene la fragile esperienza dell’individuo contro la barbarica arbitrarietà della storia”.
Di origini ebraiche, nel 1944 subì la deportazione ad Auschwitz e Buchenwald, da cui fu liberato dopo un anno. Nel dopoguerra, per l’avversione al regime comunista, fu licenziato dal quotidiano per il quale lavorava e per sopravvivere si dedicò alla traduzione (Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein), iniziando contemporaneamente la stesura del romanzo che lo impegnerà per circa dieci anni: Essere senza destino.
Per K. l’Olocausto non rappresenta uno «scandalo», una macchia sulla coscienza collettiva dell’Occidente, quanto l’esito necessario di un impianto raziocinante votato al male. Questa concezione permea anche le successive prove narrative (Fiasco, 1988; Kaddish per il bambino non nato, 1990; Il vessillo britannico, 1991; Liquidazione, 2003; Dossier K., 2006), e la fitta produzione saggistica (in traduzione italiana parzialmente confluita in Il secolo infelice, 2007).

Anno

2014

Numero Pagine

224

ISBN

9788858830468 EPUB

Codice prodotto

EDGT138637

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