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Nella Chiesa dei primi secoli, il marito di una donna infedele aveva la possibilità di ripudiarla – l’adulterio poneva fine al matrimonio in maniera irreversibile – e di vivere una nuova unione. In tutti gli altri casi, gli «adulteri» venivano sottoposti a una penitenza pubblica e ammessi alla riconciliazione e all’eucaristia dopo un certo periodo di tempo.(leggi tutto)
Nella Chiesa dei primi secoli, il marito di una donna infedele aveva la possibilità di ripudiarla – l’adulterio poneva fine al matrimonio in maniera irreversibile – e di vivere una nuova unione. In tutti gli altri casi, gli «adulteri» venivano sottoposti a una penitenza pubblica e ammessi alla riconciliazione e all’eucaristia dopo un certo periodo di tempo.
Sulla base della testimonianza di Cipriano, intorno alla metà del III secolo esistevano due orientamenti: uno più rigorista, che si esprimeva soprattutto nelle comunità eretiche o scismatiche ed escludeva in alcuni casi la possibilità della riconciliazione, e uno più misericordioso, che riconosceva alla Chiesa la possibilità di rimettere tutti i peccati, anche i più gravi.
Conoscere la prassi antica, indicata dal concilio di Nicea, consente di prefigurare anche per la Chiesa cattolica un nuovo approccio al problema del divorzio e del nuovo matrimonio, passando dall’attuale sistema giuridico a un più evangelico sistema penitenziale, come avviene da sempre nelle comunità cristiane d’Oriente.
Anno | 2015 |
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Numero Pagine | 72 |
ISBN | 9788810967720 EPUB |
Codice prodotto | EDGT67327 |
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